Chiunque abbia pensieri, parole, immagini o altri frammenti della vita di Babbo che voglia condividere a rinforzo delle pagine da lui create, può inviarli al suo indirizzo email (che ora leggo io) o direttamente a francesco.scialpi@gmail.com.
Grazie, Francesco

mercoledì 15 maggio 2013

Babbo ha passato la vita a lavorare con e sulle parole. Le sue parole erano consiglio, consolazione, indicazione, istruzione, monito, suggerimento, conforto ma mai, che io ricordi, ordine o rimprovero.. che fine fa l'amore quando viene meno il punto principale di interesse? Io sono convinto che non muoia ma semplicemente cambi direzione, compia magari un percorso più tortuoso, ma rimanga intatto, e per sempre.

Dicono che sopravvivere ai propri figli sia il dolore più grande. io non lo so e spero di non scoprirlo mai. So però, purtroppo, quanto sia straziante sopravvivere a un genitore. Ha vissuto aggredendo la vita in ogni momento, non ha mai conosciuto ozio e inerzia, ha vissuto una vita che ne vale cento e mille altre avrei voluto ne vivesse.

Ogni ruolo che ha ricoperto e incarico che ha svolto sono stati un mero strumento per realizzare il bene per gli altri (fosse la sua famiglia, la sua scuola o la comunità in senso lato) e mai, per niente al mondo, un fine.
Ha vissuto per gli altri e guai a dirgli di pensare un po' a se stesso.
La sua anima è il vero patrimonio lasciato in eredità a noi nella nostra casa e a tutte le persone che lo hanno incontrato.

Se n'è andato in silenzio, quasi timoroso di disturbare le persone vicine a lui, così come in silenzio ha vissuto predicando la forza sacra e solenne della parola sussurrata, sbocciata tra i baffi e liberata per essere seme nelle teste e nei cuori di chi lo ascoltava.

Ringrazio ogni singola persona che ha voluto manifestare il suo affetto in questi giorni: non sapevo di condividere babbo con una famiglia così grande!
Non lasciate che il vostro affetto svanisca, coltivatelo e cercate di fare, insieme, quanto lui, solo, ha sempre cercato di realizzare.

Tanti mi dicono quanto fosse orgoglioso di Francesco e di me. non so se ha mai saputo quanto noi siamo stati, siamo e saremo orgogliosi di avere avuto un padre come lui. e con lui, mia madre che pur "dietro le quinte" della sua vita pubblica, ha giorno dopo giorno collaborato alla costruzione di una vita breve ma ricca, intensa e felice.

Io, se riuscissi a realizzare anche solo la metà di quello che ha fatto lui, sarei un uomo felice.

Giulio



Se

Se riesci a tener salda la testa quando tutti intorno a te

La perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci a credere in te quando tutti ne dubitano,
Ma anche a tener conto dei loro dubbi;
Se riesci ad aspettare senza stancarti di aspettare,
O essendo calunniato a non rispondere con calunnie,
O essendo odiato a non abbandonarti all’odio,
E quindi non sembrare troppo buono e non parlare troppo da saggio.

Se riesci a sognare e non farti possedere dai sogni;
Se riesci a pensare e non farti possedere dai pensieri;
Se riesci, incontrando il trionfo e la sconfitta,
A trattare quei due impostori allo stesso modo;
Se riesci a sopportare la verità che tu hai detto,
Distorta da disonesti che ne fanno trappola per folli,
O guardare alle cose che hai dato alla tua vita,
Distruggerle, fermarti a ricostruirle con i tuoi attrezzi ormai logori.

Se riesci a fare un fagotto di tutte le tue vittorie
E rischiarlo, in un sol colpo, a testa o croce,
e perderlo e ricominciar di nuovo dall’inizio,
E mai sospirare una parola sulla tua sconfitta.
Se riesci a costringere il tuo cuore , i tuoi nervi, i tuoi polsi
A sorreggerti anche dopo che sono venuti meno,
Ed a resistere quando non c’è più niente in te,
Tranne la volontà di ripetere: “Resisti!”

Se riesci a parlare con le canaglie e mantenere la tua onestà,
O passeggiare con il Re senza perdere il senso comune;
Se, tanto a mici che nemici, non possono ferirti;
Se tutti gli uomini contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a colmare un inesorabile minuto
In un momento di sessanta secondi,
Tua è la Terra e ciò che è in essa, e,
Quel che più conta, sarai Uomo, figlio mio!


("If", Rudyard Kipling, 1910 - Traduzione di Angelo Scialpi)

Nessun commento:

Posta un commento